Nel Vangelo di oggi Gesù fa un’analisi penetrante della situazione del peccatore e alcuni consigli che fanno molto riflettere noi aspiranti santi. Il Vangelo si può scomporre in due fasi: l'analisi del peccatore e il consiglio ai Santi.
I. Analisi del peccatore - Il Signore Gesù descrive un amministratore cattivo nelle prime righe di questo vangelo. Vediamo la descrizione:
A. Definizione (del peccatore) - Gesù disse ai suoi discepoli: “Un uomo ricco aveva un amministratore” – Notate che egli è chiamato un amministratore, non un proprietario. Dio è il padrone di tutto, ma noi siamo amministratori. Un amministratore deve fare uso dei beni di un altro secondo la volontà del proprietario. Questa è la nostra situazione. Possiamo avere la proprietà privata nei rapporti tra uomo a uomo. Ma di fronte a Dio siamo proprio nulla, assolutamente nulla.
I. Analisi del peccatore - Il Signore Gesù descrive un amministratore cattivo nelle prime righe di questo vangelo. Vediamo la descrizione:
A. Definizione (del peccatore) - Gesù disse ai suoi discepoli: “Un uomo ricco aveva un amministratore” – Notate che egli è chiamato un amministratore, non un proprietario. Dio è il padrone di tutto, ma noi siamo amministratori. Un amministratore deve fare uso dei beni di un altro secondo la volontà del proprietario. Questa è la nostra situazione. Possiamo avere la proprietà privata nei rapporti tra uomo a uomo. Ma di fronte a Dio siamo proprio nulla, assolutamente nulla.
Parte dell’essenza del peccato è quella di comportarsi come se fossimo i proprietari. Sviluppiamo un atteggiamento arrogante che ciò che posseggo lo posso usare come mi pare e piace. Noi pensiamo, "E' mio, posso fare quello che voglio con esso ... .. posso fare come mi pare con il mio corpo ...." E così via. Ma il fatto è che tutto appartiene a Dio. La Scrittura afferma: “Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti” (Sal 24:1). Anche del nostro corpo, che ci piace pensare come solo nostro, la Scrittura dice: “il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo, che è in voi. Lo avete ricevuto da Dio e voi non appartenete a voi stessi. Infatti siete stati comprati a caro prezzo: glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” (1 Cor 6,19-20).
E una vecchia canzone dice: "Dio e solo Dio ha creato tutte queste cose che noi chiamiamo le nostre. Dal potente all’umile, la gloria di tutti è Dio e Dio solo .... ". Riassumendo, il Signore definisce il peccatore come un amministratore, anche se l'amministratore agisce come se fosse un proprietario.
B. DISSIPAZIONE (del peccatore) – l’amministratore è stato segnalato al padrone per lo sperpero della sua proprietà. Il Signore descrive qui l'essenza di molti dei nostri peccati: che dissipano, sprecano i doni di Dio. Sprechiamo i doni che abbiamo ricevuto e li utilizziamo per fini peccaminosi. Per esempio accumuliamo con avidità dei doni che ci ha dato per aiutare gli altri. Invece di aiutarli, li tesaurizziamo solo per noi stessi. Eppure, tutti i beni del mondo appartengono a tutti gli uomini del mondo, e andrebbero condivisi se ne abbiamo più del necessario. Altri esempi di sprecare le cose di Dio sono i pettegolezzi, le menzogne e le imprecazioni, in cui noi abusiamo del dono della parola; la pigrizia, in cui abusiamo del dono del tempo; ogni peccato col quale abusiamo e sprechiamo la nostra libertà. Si tratta di dissipazione, questo è lo sperpero dei beni di Dio. Dio ci ha dato molte cose buone, e invece di usarle per costruire il Regno, le disperdiamo, e dissipiamo il Regno.
C. MORTE (del peccatore) - Egli lo chiamò e disse: 'Che cosa è questo che sento dire di te? Prepara un resoconto completo della tua amministrazione, perché non puoi più essere il mio amministratore.'
B. DISSIPAZIONE (del peccatore) – l’amministratore è stato segnalato al padrone per lo sperpero della sua proprietà. Il Signore descrive qui l'essenza di molti dei nostri peccati: che dissipano, sprecano i doni di Dio. Sprechiamo i doni che abbiamo ricevuto e li utilizziamo per fini peccaminosi. Per esempio accumuliamo con avidità dei doni che ci ha dato per aiutare gli altri. Invece di aiutarli, li tesaurizziamo solo per noi stessi. Eppure, tutti i beni del mondo appartengono a tutti gli uomini del mondo, e andrebbero condivisi se ne abbiamo più del necessario. Altri esempi di sprecare le cose di Dio sono i pettegolezzi, le menzogne e le imprecazioni, in cui noi abusiamo del dono della parola; la pigrizia, in cui abusiamo del dono del tempo; ogni peccato col quale abusiamo e sprechiamo la nostra libertà. Si tratta di dissipazione, questo è lo sperpero dei beni di Dio. Dio ci ha dato molte cose buone, e invece di usarle per costruire il Regno, le disperdiamo, e dissipiamo il Regno.
C. MORTE (del peccatore) - Egli lo chiamò e disse: 'Che cosa è questo che sento dire di te? Prepara un resoconto completo della tua amministrazione, perché non puoi più essere il mio amministratore.'
Qui il Signore insegna e ci ricorda che un giorno saremo tutti chiamati a rendere i conti, e la nostra amministrazione finirà. Altrove la Scrittura ci ricorda che “tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.” (2 Cor 5,9). Abbiamo un tempo dedicato a esercitare la nostra amministrazione, ma la nostra amministrazione finirà e dei libri saranno aperti. Anche qui la Scrittura ricorda: “E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. E i libri furono aperti. Fu aperto anche un altro libro, quello della vita. I morti vennero giudicati secondo le loro opere, in base a ciò che era scritto in quei libri”. (Ap 20:11)
Molti prestano poca attenzione al fatto che la Scrittura avverte: “Non dire: -Ho peccato, e che cosa mi è successo?- ,perché il Signore è paziente. Non essere troppo sicuro del perdono tanto da aggiungere peccato a peccato. Non dire: "La sua compassione è grande; mi perdonerà i molti peccati", perché presso di lui c'è misericordia e ira, e il suo sdegno si riverserà sui peccatori. Non aspettare a convertirti al Signore e non rimandare di giorno in giorno, perché improvvisa scoppierà l'ira del Signore e al tempo del castigo sarai annientato.” (Siracide 5,4).
Ogni amministratore (noi) morirà, la nostra amministrazione finirà, e noi saremo chiamati a rendere conto. Ne consegue quindi che dovremmo ascoltare i consigli che il Signore successivamente dà.
II. CONSIGLI PER I SANTI - Dopo aver analizzato il peccatore, il Signore ha qualche consiglio per quelli di noi peccatori, che vogliono essere santi. Egli dà quattro principi che dovremmo seguire:
A. Principio di intensità - L'amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua". Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: "Tu quanto devi al mio padrone?". Quello rispose: "Cento barili d'olio". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta". Poi disse a un altro: "Tu quanto devi?". Rispose: "Cento misure di grano". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta". Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.”
II. CONSIGLI PER I SANTI - Dopo aver analizzato il peccatore, il Signore ha qualche consiglio per quelli di noi peccatori, che vogliono essere santi. Egli dà quattro principi che dovremmo seguire:
A. Principio di intensità - L'amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua". Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: "Tu quanto devi al mio padrone?". Quello rispose: "Cento barili d'olio". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta". Poi disse a un altro: "Tu quanto devi?". Rispose: "Cento misure di grano". Gli disse: "Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta". Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.”
Il Signore ci sta dicendo qui che molte persone mondane sono più furbe di quelle con una mentalità spirituale, in ciò che a loro interessa. Il fatto è che molti di noi sono molto appassionati e organizzati quando si tratta di questioni mondane. Spendiamo anni di preparazione nel campo della formazione universitaria alla carriera. Lavoriamo duro, e ci impegnamo molto per salire di livello nella scala aziendale o professionale. Nel mondo molti esperti sono impegnati a sviluppare le loro competenze, e di diventare molto esperti in un particolare settore. Per guadagnare dei soldi e mantenersi il posto di lavoro, molti si assoggettano ad una grande disciplina, si alzano presto per andare al lavoro, lavorando fino a tardi e cercando di soddisfare il datore di lavoro. Ma quando si tratta di fede, molte delle stesse persone dimostrano una conoscenza delle cose spirituali a livello di terza elementare, e mostrano scarso interesse per la preghiera o per il progresso della propria fede. Vogliono compiacere il capoufficio, compiacere gli uomini, ma non Dio. I genitori lottano per ottenere borse di studio per i propri figli, per permettere loro di entrare nelle scuole migliori. Gli studenti entrano in competizione per entrare in facoltà a numero chiuso. Ma quando si tratta della verità che ci salva, i banchi sono vuoti, il catechismo è poco frequentato.
Di fronte a tutto questo, il Signore dice a quelli di noi che hanno un orientamento spirituale che dovremmo avere per le cose del Cielo la stessa intensità, l'organizzazione, la dedizione e l'astuzia che le persone mondane hanno nelle loro occupazioni mondane. Dovremmo essere zelanti per la verità, per la preghiera, per le opportunità di affinare le nostre capacità spirituali e aumentare la nostra santità. Noi dobbiamo essere tanto zelanti di essere ricchi di grazia come lo siamo ad essere ricchi di denaro. Quindi il primo principio il Signore ci dona è l'intensità.
B. Principio di investimento – “Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne”.
Di fronte a tutto questo, il Signore dice a quelli di noi che hanno un orientamento spirituale che dovremmo avere per le cose del Cielo la stessa intensità, l'organizzazione, la dedizione e l'astuzia che le persone mondane hanno nelle loro occupazioni mondane. Dovremmo essere zelanti per la verità, per la preghiera, per le opportunità di affinare le nostre capacità spirituali e aumentare la nostra santità. Noi dobbiamo essere tanto zelanti di essere ricchi di grazia come lo siamo ad essere ricchi di denaro. Quindi il primo principio il Signore ci dona è l'intensità.
B. Principio di investimento – “Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne”.
Il Signore ha raccontato come l'amministratore disonesto ha fatto uso del denaro a sua disposizione per farsi degli amici che lo avrebbero aiutato nella prossima fase della sua vita. E noi? Siamo disposti ad usare i nostri soldi e le nostre risorse per aiutare gli altri, specialmente i poveri, che ci possono benedire nella prossima fase della nostra vita? Nel tuo giorno giudizio i poveri e i bisognosi saranno in grado di parlare a tua difesa? I poveri saranno presenti tra gli angeli e i santi che ti daranno il benvenuto nelle dimore eterne? Non so voi, ma io voglio che i poveri preghino e parlino con Dio a mia difesa nel giorno in cui sarò giudicato. La Scrittura dice che il Signore ascolta il grido dei poveri e dei bisognosi.
In questo Vangelo il Signore Gesù ci dice di essere saggi nel nostro uso delle ricchezze mondane (che l'idioma ebraico chiama "disonesta ricchezza" che indica l'intrinseca ingiustizia di questo mondo). Ora il mondo ci dice di prendere le nostre ricchezze e di investirle con saggezza in modo tale da trarre benefici futuri. Ebbene il Signore dice la stessa cosa. Egli dice: "Usa il tuo denaro con saggezza. Investilo bene." Come? Depositandolo in cielo. Come facciamo a farlo? Regalandolo. In questo modo sarà veramente tuo. Non puoi portarlo con te, ma è possibile spedirlo come se fosse un pacchetto postale. La Scrittura sviluppa anche altrove questo concetto: “A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non porre la speranza nell'instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne. Facciano del bene, si arricchiscano di opere buone, siano pronti a dare e a condividere: così si metteranno da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera.” (1 Tm 6,17)
In questo Vangelo il Signore Gesù ci dice di essere saggi nel nostro uso delle ricchezze mondane (che l'idioma ebraico chiama "disonesta ricchezza" che indica l'intrinseca ingiustizia di questo mondo). Ora il mondo ci dice di prendere le nostre ricchezze e di investirle con saggezza in modo tale da trarre benefici futuri. Ebbene il Signore dice la stessa cosa. Egli dice: "Usa il tuo denaro con saggezza. Investilo bene." Come? Depositandolo in cielo. Come facciamo a farlo? Regalandolo. In questo modo sarà veramente tuo. Non puoi portarlo con te, ma è possibile spedirlo come se fosse un pacchetto postale. La Scrittura sviluppa anche altrove questo concetto: “A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina di non essere orgogliosi, di non porre la speranza nell'instabilità delle ricchezze, ma in Dio, che tutto ci dà con abbondanza perché possiamo goderne. Facciano del bene, si arricchiscano di opere buone, siano pronti a dare e a condividere: così si metteranno da parte un buon capitale per il futuro, per acquistarsi la vita vera.” (1 Tm 6,17)
Si noti che il passaggio dice che attraverso la loro generosità quaggiù, il ricco accumula un tesoro in cielo. Questo è il principio scritturale e il grande paradosso nel Regno di Dio: che noi conserviamo qualcosa di eterno, dandolo via. Salviamo la nostra vita perdendola, conserviamo il nostro tesoro e lo accumuliamo in cielo dandolo via. Quindi, investite, amici miei, investite con saggezza! “accumulate per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano” (Mt 6,20)
C. Principio di aumento - la persona che è fedele anche nelle cose molto piccole è affidabile anche nelle grandi, e chi è disonesto nelle cose molto piccole è disonesto anche in quelle grandi. Se dunque non siete stati fedeli con la ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? Se non siete stati fedeli in ciò che appartiene a un altro, che vi darà ciò che è vostro? Qual è la piccola cosa di cui il Signore parla e in cui ci possiamo dimostrare degni di fiducia? Questa cosa è il denaro. Noi ci comportiamo come se i soldi fossero la cosa più importante nella vita. Ma le cose spirituali sono più importanti. La Scrittura lo attesta chiaramente: La prima lettera di Pietro dice che la nostra fede è minerale d’oro prezioso provato con il fuoco. Il libro dei Salmi (19,10), dice “Le parole del Signore sono più preziose dell'oro, più di molto oro fino: sono più dolci del miele, di un favo di miele stillante”. Allora Dio dice: vediamo come ti comporti nella piccola, ma significativa, questione dei soldi, poi vedrò se sarai in grado di gestire benedizioni più grandi. Pensi che sarai capace di gestire il Cielo e la benedizione spirituale della santità? Beh, vediamo, se sei degno di fiducia con la ricchezza mondana, Dio ti darà la vera ricchezza. Se sei affidabile in ciò che appartiene a Dio, sarà Lui a darti un giorno ciò che è tuo. Volete di più anche qui? Usate bene quello che avete già ricevuto. Allora Dio saprà che può fidarsi di più. Volete crescere? Una canzone gospel dice: “Bisogna essere fedeli nel poco per regnare su molte cose. Sii fedele fino alla morte, e Dio ti darà la corona della vita.”
D. principio di indivisibilità - Nessun servo può servire due padroni. O odierà uno e amerà l'altro, o sarà affezionato a uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e mammona. Prestate attenzione. Servire, significa obbedire. La maggior parte delle persone obbediscono ai soldi, al benessere e al culto dello standard di vita americano, prima di obbedire a Dio. Si rispettano prima gli obblighi mondani, e poi si dà a Dio ciò che resta. Ma noi siamo chiamati a obbedire a Dio solo, ad avere un cuore non diviso. Il testo qui è forte, non è possibile obbedire al mondo (ai soldi) e credere anche di obbedire a Dio. Devi scegliere quello che è più importante. Ora non ditemi che abbiamo bisogno di tantissima grazia e misericordia a questo proposito! Il denaro e il richiamo del mondo sono molto potenti. Preferire Dio al mondo significa mettersi in ginocchio e pregare per un miracolo.
C. Principio di aumento - la persona che è fedele anche nelle cose molto piccole è affidabile anche nelle grandi, e chi è disonesto nelle cose molto piccole è disonesto anche in quelle grandi. Se dunque non siete stati fedeli con la ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? Se non siete stati fedeli in ciò che appartiene a un altro, che vi darà ciò che è vostro? Qual è la piccola cosa di cui il Signore parla e in cui ci possiamo dimostrare degni di fiducia? Questa cosa è il denaro. Noi ci comportiamo come se i soldi fossero la cosa più importante nella vita. Ma le cose spirituali sono più importanti. La Scrittura lo attesta chiaramente: La prima lettera di Pietro dice che la nostra fede è minerale d’oro prezioso provato con il fuoco. Il libro dei Salmi (19,10), dice “Le parole del Signore sono più preziose dell'oro, più di molto oro fino: sono più dolci del miele, di un favo di miele stillante”. Allora Dio dice: vediamo come ti comporti nella piccola, ma significativa, questione dei soldi, poi vedrò se sarai in grado di gestire benedizioni più grandi. Pensi che sarai capace di gestire il Cielo e la benedizione spirituale della santità? Beh, vediamo, se sei degno di fiducia con la ricchezza mondana, Dio ti darà la vera ricchezza. Se sei affidabile in ciò che appartiene a Dio, sarà Lui a darti un giorno ciò che è tuo. Volete di più anche qui? Usate bene quello che avete già ricevuto. Allora Dio saprà che può fidarsi di più. Volete crescere? Una canzone gospel dice: “Bisogna essere fedeli nel poco per regnare su molte cose. Sii fedele fino alla morte, e Dio ti darà la corona della vita.”
D. principio di indivisibilità - Nessun servo può servire due padroni. O odierà uno e amerà l'altro, o sarà affezionato a uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e mammona. Prestate attenzione. Servire, significa obbedire. La maggior parte delle persone obbediscono ai soldi, al benessere e al culto dello standard di vita americano, prima di obbedire a Dio. Si rispettano prima gli obblighi mondani, e poi si dà a Dio ciò che resta. Ma noi siamo chiamati a obbedire a Dio solo, ad avere un cuore non diviso. Il testo qui è forte, non è possibile obbedire al mondo (ai soldi) e credere anche di obbedire a Dio. Devi scegliere quello che è più importante. Ora non ditemi che abbiamo bisogno di tantissima grazia e misericordia a questo proposito! Il denaro e il richiamo del mondo sono molto potenti. Preferire Dio al mondo significa mettersi in ginocchio e pregare per un miracolo.