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30 agosto 2010
Il minimalismo liturgico danneggia i poveri
Troppo spesso, quando ogni altro tipo di attacco da parte dei progressisti liturgici è stato esaurito, si passa alla vecchia, assurda tesi che una celebrazione riverente della liturgia sarebbe troppo trionfalistica e non si preoccuperebbe dei poveri. Questa è una tecnica copiata dal leninismo - quella di tentare di stabilire un monopolio sulla cura dei poveri. Naturalmente, qualunque vero cristiano si preoccupa dei poveri. Ma se non si cura dei poveri secondo le precise modalità che i progressisti ritengono migliori, allora si viene accusati di non essere sensibili alle sofferenze dei bisognosi.
Non pensavo che il dibattito su chi ha veramente a cuore i poveri potesse entrare nella discussione sulla sacra liturgia, ma è stato sollevato da progressisti che pensano che le Messe che vengono celebrate in modo riverente siano troppo "verticali" e quindi non sufficientemente interessate alle relazioni da uomo a uomo, e in particolare al flagello della povertà. Vi è molto spesso una falsa dicotomia tra liturgia ben celebrata e attenzione ai poveri, tanto è vero che i sacerdoti missionari che predicano a favore dei poveri sono spesso gli autori dei peggiori abusi liturgici, e come già detto, quelli che si preoccupano di celebrare una liturgia come Dio comanda sono accusati di essere freddi nei confronti dei poveri . Che cosa si può dire di questa accusa?
Penso che non solo si puo’ rispondere a questa accusa, ma addirittura ritorcerla contro chi la formula: in realtà è il minimalismo liturgico che danneggia i poveri. In una conferenza del 2004 all’Augustinianum di Roma, il Cardinale Cottier ha dichiarato che la bellezza è un importante mezzo di evangelizzazione e quindi non qualcosa di puramente estetico o "appariscente" che potrebbe essere eliminato senza conseguenze:
"Al fine di soddisfare la Nuova Evangelizzazione, abbiamo due mezzi straordinari: la bellezza e la novità. La bellezza del patrimonio cristiano, che è costantemente riscoperto attraverso tutta l'Europa, e la novità sempre efficace della Grazia dello Spirito Santo" (29 gennaio 2004).
Cottier dice che è la "bellezza del patrimonio cristiano", che sta portando a una riscoperta della fede in tutta Europa. Per comprendere l'argomento a favore dell’eccellenza liturgica, dobbiamo vedere la bellezza come un elemento essenziale della liturgia, piuttosto che qualcosa di giustapposto, di superfluo. Questo non è difficile una volta che abbiamo chiaro in testa che la liturgia è centrata su Dio. …
L'eccellenza richiesta da una liturgia ben celebrata non va a beneficio dei sacerdoti, e nemmeno nostro (se non indirettamente, nella misura in cui siamo in grado di partecipare meglio alla liturgia). Si tratta di adorare Dio, e una parte dell’adorarazione di Dio consiste nell’essere a contatto con il mistero e la trascendenza, che si avvicina al genere umano attraverso la bellezza. Così, privare la liturgia della bellezza si traduce nel privare gli uomini del mezzo più comune e universale di avvicinarsi a Dio.
Ecco un’altra grande citazione da Loïc Merian, presidente della CIEL (Centre International d'Etudes liturgiques) su come questo minimalismo in realtà danneggia i poveri:
"Quando il Papa non appare più elevato sul trono, quando i vescovi non sono più vestiti di ricchi ornamenti, quando la Messa è celebrata nella lingua del popolo, quando il canto gregoriano è consegnato al museo, hanno stabilito che la Chiesa sarà la Chiesa dei poveri. Ciò significa che i poveri sono stati privati della sola bellezza a cui essi possono liberamente accedere, che è nota per essere accessibile a loro, che è nota per essere amichevole nei loro confronti, senza perdere nulla della sua trascendenza - come è la bellezza liturgica. Quando le cerimonie della Chiesa sono umiliate, banalizzate, e non evocano più la gloria del cielo, quando quelle liturgie non ci trasportano più in un mondo più alto, quando non ci elevano al di là di noi stessi, quando, per riassumere, alla Chiesa rimane solo il pane da offrire ai poveri - ma Gesù disse che l'uomo non vive di solo pane. Chi ha detto che i poveri non hanno nulla a che vedere con la bellezza? Chi ha detto che per rispetto ai poveri non bisogna offrire loro una religione della bellezza, allo stesso modo in cui viene offerta loro la vera religione? Perchè alcuni si comportano in modo insolente verso i poveri negando loro il senso del sacro? ... Erano i poveri che gridavano allo spreco, quando Maria Maddalena versò l'olio di nardo sul capo di Gesù, rompendo anche il vaso in modo che nessun profumo si salvasse? ... Quale sarà il guadagno dei poveri da tutto questo? Oh , perderanno tutto! " (La Nef, maggio 2004)
Quando abbiamo ridotto al minimo le nostre liturgie nella speranza di renderle più accessibili ai poveri, abbiamo effettivamente rapinato i poveri dell’unico accesso gratuito alla bellezza che essi hanno a loro disposizione, e quindi abbiamo chiuso un'altra porta da cui i poveri possono entrare in contatto con il mistero divino. Le Messe liturgicamente minimaliste non fanno del bene a nessuno, né ai ricchi né ai poveri.
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