8 settembre 2010

Ricordati di santificare le feste

Nella scuola dove lavoro discutiamo spesso riguardo al ritmo frenetico della vita per noi, le nostre famiglie e i nostri studenti. La vita della classe media americana è pazzesca per il suo ritmo e per la pressione a cui si è sottoposti per fare quante più attività e realizzazioni possibili. In molte famiglie il tempo sia per mamma che per  papà è riempito dal lavoro, e le vite dei ragazzi sono anch’esse riempite con elevate aspettative accademiche, una vita sociale piena di impegni e tutta una serie di attività extrascolastiche, ottime in sé e per sé, ma molto dispendiose in termini di tempo. Nella mia famiglia con quattro bambini abbiamo: un campione di fondo, un campione di scacchi, una stella del calcio, un ottimo pianista, un’attrice in erba, chierichetti, teatro, wrestling, softball e, come posti di lavoro a tempo parziale, taglio dell’erba, baby sitter, ecc.

Che succede? Perché continuiamo a correre? Perché siamo spesso esausti, di malumore e sovraeccitati? Perché abbiamo dimenticato di santificare il Sabbath (il giorno di festa, la domenica). Avete notato come questo comandamento viene trascurato nella nostra società? Ai tempi dei miei genitori e nonni c’erano  regole rigorose riguardo ai giorni di festa. Quelle regole a noi sembrano arcane, arbitrarie e inutili." Perché il distributore di benzina è aperto, ma il supermercato no? "

Così ci siamo liberati di tutte quelle sciocche regole del Sabbath. Tutti i negozi sono aperti di Domenica, e chi è che non va a fare spesa di domenica, se è necessario?
Infatti, con la vita frenetica che conduciamo, la domenica è l'unico giorno in cui siamo in grado di fare un po’ di shopping, e se magari non facciamo la spesa, non è comunque la Domenica il giorno in cui si sbrigano tutte quelle altre faccende che abbiamo continuato a rimandare durante la settimana? "E poi," ci diciamo "comunque a cosa serve avere una 'giornata di riposo’?'"

Ci serve a questo: in realtà è Dio che ci sta dicendo di rallentare. In effetti sta dicendo: «Perché non prendete una pausa? Rallentate. Andate adagio. Osserverai il riposo del Signore." E perché? Perché come si può sviluppare una vita contemplativa se non ti prendi il tempo necessario? Come si può riflettere sulla vita a meno di non rallentare? Come può essere approfondita la nostra vita se non ci si prende una pausa? Come si può imparare ad ascoltare Dio se non si è prima in silenzio e fermi? Lui ora non parla nel terremoto, nel vento e nel fuoco, ma con voce dolce e sommessa. Ordinando di santificare il giorno di festa, Dio non ci chiama solo per una doverosa partecipazione alla Messa, ma affinchè prestiamo attenzione alla sua voce, con amore. Santificare il giorno di festa non significa altro che ritagliarci, in mezzo a tutti i nostri programmi e impegni, un giorno per la contemplazione.

Sì, proprio così: la contemplazione. Questa bella abilità è probabilmente l'attributo umano meno sviluppato nel nostro mondo moderno. Dove è l'anima contemplativa? Persa nel marasma infernale, nel baccano della musica rock che costantemente occupa le nostre orecchie, nella volgarità degli spot pubblicitari che distraggono i nostri occhi, nell'azione e nei colori seducenti e divertenti dei nostri monitor - l'iPod, il computer, la televisione, il cinema, le insegne pubblicitarie - tutti che lampeggiano e parlano e cantano e ballano e ci distraggono.

Se santificassimo il giorno di festa, scopriremmo ben presto che la domenica comincia a filtrare nel resto della nostra vita. Un giorno alla settimana diventa presto un momento in ogni giorno, che si diffonde come un dolce profumo, e che comincia a cambiare la nostra vita in meglio. Cominciamo a prendere tempo e rallentare e apprezzare le cose veramente importanti. Tutte le sciocche attività frenetiche, presto le vedremo come un insipido spreco di tempo, come in effetti sono (almeno in buona parte). Tutti i rumori del mondo diventano vuote vanità, le nostre vite cominciano ad avere una maggiore profondità. I nostri rapporti cominciano ad approfondirsi. Le nostre vite diventano più reali, e poco a poco siamo trasformati di gloria in gloria.